martedì 31 ottobre 2017

Tu, MAMMA SEI FURBETTA....

Qualche giorno fa, mia figlia mentre si preparava per andare all'asilo mi ha detto:" papà lavoro, chry a scuola e io asilo...tu rimani a casa....mamma tu furbetta...." puntandomi il dito a mo di maestrina....
C'ho fatto una risata perché da una bambina di quattro anni che la mattina alle 7 non ha voglia di vestirsi e andare all'asilo mi aspetto questo e altro ma sono anni che combatto questa battaglia con adulti in grado di intendere e volere. O cosi si suppone.

Molti, nel 2017 pensavo ancora che scegliere di rimanere a casa a disposizione della famiglia sia la scelta più "comoda" nel senso brutto della parola, come se finalmente avendo messo al mondo due bimbi mi giustifichi a rimanere a casa a "non fare niente".
......

Già.

Nessuno però si sofferma sul fatto che fare la mamma e la casalinga è per stomaci forti, per personalità forti!

Ci vuole una gran personalità e un gran lavoro interiore per non abbandonarsi e perdere la nostra identità.

Con il passare del tempo, per noi il rischio di perdere la nostra identità è alta, ci sentiamo spesso poco utili, come se quello che facciamo non fosse sufficiente.
Dobbiamo spesso fare i conti con il fatto che non abbiamo uno stipendio nostro, e questo non è chissà quale problema ma poi, quando vieni presa dallo sconforto questo dettaglio conta.
Noi sappiamo che siamo il mattone che sorregge tutto (o quasi) che oramai solo noi abbiamo una soglia altissima per sopportare la presenza dei bambini anche 12ore di fila, noi sappiamo che se non fossimo in casa avremmo sul libro paga delle baby sitter che prenderebbe quanto noi, sappiamo anche se fossero i nonni i nostri sostituti prima o poi arriverebbe il giorno in cui nasce l'incomprensione.
Sempre nel caso che i nonni siano una opzione da poter prendere in considerazione e non è il mio caso.

Noi sappiamo tutto ciò, ma spesso ci sentiamo poco....poco utili, poco apprezzate,poco gratificante, poco intraprendenti, poco di tutto!!

Per non parlare poi del fatto che non dobbiamo e non possiamo trascurarci perché dobbiamo coltivare il nostro lato femminile per poterci apprezzare e farci desiderare ancora da nostro marito come il primo giorno di fidanzamento!!
E qualche volta ti trovi davanti all'armadio a dirti "ma che metto a fare questa cosa che oggi probabilmente non mi vedrà nessuno...." PER NOI!

E poi uno giorni si e un giorno no ecco che ti trovi a giustificarti con l'ennesimo genio che ti chiede: ma tu perché non lavori...??
E chissà....

Veramente, credetemi, all'inizio provavo in tutti i modi a fargli capire il motivo, le mie ragioni, volevo che capissero e condividessero il mio pensiero....

Questo finché ho capito che tramite la loro curiosità coglievo l'occasione per ripete a me quel copione. Per ricordarmelo.

Ora, a distanza di anni ho trovato un equilibrio che mi permette di sentirmi soddisfatta delle mie scelte e fiera del ruolo che ricopro.
Sono felice di aver trovato la chiave per sentirmi una imperfetta donna-moglie-mamma. Imperfetta ma felice.

Non sento più il peso di farmi accettare e giustificare perché non lavoro.
Da oggi ogni volta che mi dicono perché non lavori, rispondo: perché non ho voglia. E ciao.

giovedì 5 ottobre 2017

È il lavoro più difficile. Punto.

Ho sempre annuito e detto un "eh,si infatti" davanti alle facce dallo sguardo convinto quando mi dicevano " fare il genitore è il mestiere più difficile!" ma mica capivo bene cosa intendessero.
Cioè conosco il significato della parola mestiere, la parola genitore è il significato della parola difficile quindi in senso generale so a cosa avevo appena annuito e condiviso con "ah,sì..." ma non avevo appreso appieno il significato che stava dietro a queste parole, alla base di questo concetto.
Che poi non dicono anche tutti "vedrai...non è difficile essere madre...viene tutto da se....è istinto!"

C'è da dire che la parola mestiere in questo contesto non piace ma tant'è...oramai è un luogo comune.
Per me non rientra nella categoria lavoro fare il genitore.

Ma quello che ho capito diventando, appunto, genitore è il vero significato di difficile.

Per me la parte più difficile, la più difficile in assoluto intendo, quella che proprio faccio fatica, la parte che mi mette seriamente in difficoltà è il momento della sgridata.
La sgridata in sé non è un problema: è istintiva, impulsiva, incontrollata.
Loro combinano un guaio e io di conseguenza parto con la predica, con un tono di voce che non è quello che ti consigliano nei testi di pedagogia.
Una pantomimia interminabile e delle volte correlata da una sculacciata e quasi  sempre finisce con la punizione in camera...."vai in camera a riflettere su quello che hai fatto..." sbraito.

Ed ecco che proprio un secondo dopo esatto aver spedito il reo in camera che mi inizia la salita.
La lotta interiore per rimanere coerente e non correre da loro in camera e digli..." vabbe' dai, non è successo una catastrofe...lasciamo perdere"
Odio questo momento perché mette in dubbio la mia reazione, il mio modo di educare.
Avrò fatto male? Avrò esagerato?? Potevo lasciar perdere questa volta?
Devo sopprimere la voglia che ho di consolarli e sentirli piagnucolare mentre borbottano un " non lo faccio più...." mi si spezza il cuore.

Per non parlare delle punizioni sotto forma di rinunce. " se continui così non ti porto al parco!!!" E magari però in nome dell'educazione e della coerenza far rinunciare al parco a loro significa che dovrai rinunciarci pure tu...E addio sole sul viso e quattro chiacchiere in compagnia....bene! Ora,mi sono messa in auto punizione anche io!
Per quanto poi si deve rimanere arrabbiati con loro? Se dovessi dar retta a me tipo 3 min....ma così poi diventa facile per loro.
Se capiscono che dopo poco è tutto finito è la fine, ma loro si presentano con il pugnetto e il mignolo dritto e mi dicono "facciamo pace mamma???" E che devo fare? Dire di no?!
Che tenerezza....
Io gli dico che non abbiamo litigato, che sono arrabbiata ma che mi passerà e devono stare tranquilli ma che la cosa importante è che devono capire dove hanno sbagliato.
Ma la verità è che neanche mi ricordo più cosa sia successo....

Da quando sono genitore sono io quella che si ritrova uno viso davanti che annuisce e dice "eh si..." quando gli dico "fare il genitore è il lavoro più difficile"