lunedì 12 settembre 2016

IO, VI ASPETTO QUI.

Avevo dei programmi per oggi. Si ne avevo fatti, magari modificati più volte ma c'erano.
All'inizio doveva essere tutto dedicato a me: colazione-corsa-doccia-blog, poi, il senso del dovere lo ha modificato in: colazione-pulizie-doccia-spesa, in fine mi sono detta che colazione e doccia e un spesa veloce veloce già era abbastanza. Ma alla fine sono stesa e guardo il soffitto della camera, sposto l'occhio tra soffitto e lampadario, non faccio altro.
Ho una lacrima a cui sto impedendo con tutte le forze di scendere, non voglio.
Ce silenzio, nessuno che mi chiama e nessun cuscino lanciato in terra, la lego non verrà sparsa per tutta casa: apparentemente tutte buone notizie. Apparentemente.
Incasso male i cambianti.
Quando stai per diventare genitore non ce nessuno al mondo che non ti ricorda a quante cose dovrai rinunciare per i tuoi figli.
"AH vedrai come non si dorme più......vedrai che non avrai più tutto il tempo per te.....dai negozi uscirai solo con cose per loro..."; in parte sono cose ovvie e vere, ma ce una cosa che nessuno ti dice e che secondo me è la più difficile da accetterà come rinuncia: ed è rinunciare a loro.
Ovvio che non si rinuncia a loro in senso assoluto (come non si rinuncia in senso assoluto al sonno, agli acquisti o a del tempo per noi) però inevitabilmente il tempo che loro avevano solo per te ora lo dividono con la scuola, lo sport e gli amici.
Devi chiudere la porta di casa lasciandoli andare fuori incontro alla vita e tu rimani dall'altra parte, sola, in silenzio e puoi solo dire: io vi aspetto qui.

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